giovedì 24 aprile 2014

Vampiri - "Per Favore non Mordermi sul Collo!"

Esseri che sopravvivono succhiando l’essenza vitale di altre creature, masticatori di sudari, bevitori di sangue, i “vampiri”: uno sguardo di confine tra finzione e realtà.

La leggenda narra di alcune creature che sopravvivano nutrendosi esclusivamente dell’energia vitale degli altri essere viventi.

L’essenza vitale viene sottratta alla vittima attraverso il sangue che le viene succhiato dal demone fino a lasciarla prosciugata e, nella maggior parte dei casi, priva di vita.

I succhiatori, o bevitori di sangue, sono conosciuti anche con il nome di vampiri


PER FAVORE, NON MORDERMI SUL COLLO

Il termine vampiro nacque agli inizi del XVIII secolo, in seguito alla diffusione di leggende su degli strani esseri “Non Morti”, in voga all'epocanell' Europa dell’est e nei Balcani.

La nascita di un vampiro 
La domanda sorge spontanea: Vampiro si nasce o si diventa?
Secondo la tradizione popolare la vampirizzazione, ovvero la trasformazione di un essere umano in un vampiro, può avvenire in diversi modi che cambiano a seconda della zona in cui ci troviamo. Per esempio, in India il vampiro è un bhùta o prèt, ossia, l'anima di una persona morta prematuramente che al calare della notte rivive, attaccando i vivi. Nel nord dell'India si racconta, addirittura, del brahmaràkshasa un vampiro che si presenta agli occhi dei poveri malcapitati che hanno la sfortuna di incontrarlo, con la testa avvolta di interiora e tenendo tra le mani un teschio da cui beve il sangue.

Secondo la tradizione russa i vampiri un tempo erano streghe e stregoni, ribellatesi alla chiesa quando erano in vita e tramutati in succhia-sangue una volta morti.

Una figura simile è il wieszcz, un vampiro-strega che vive sulle sponde del mar Baltico. Infatti, la popolazione del luogo ritiene che le streghe e gli stregoni una volta morti diventino dei wieszczy.

Gli wieszczy hanno la faccia rossa e l'occhio sinistro spalancato; si cibano del loro stesso corpo, poi, recuperate le forze perdute, cominciano a sterminare il bestiame e le proprie famiglie e, non contenti, proseguono la loro opera di distruzione uccidendo tutti gli abitanti della regione che gli capitano a tiro, succhiandogli il sangue dal cuore. Sigh!

Tra il XVIII e XIX secolo nel New England, furono numerosi gli episodi di persone che dissotterrarono i propri cari defunti con lo scopo di rimuovergli il cuore, nella convinzione che al "povero" estinto fosse imputabile la causa delle malattie e dei decessi avvenuti nella stessa famiglia a seguito del suo trapasso, essendo diventato un vampiro.


Bisogna specificare che a quei tempi erano convinti che la tubercolosi, chiamata anche "consunzione", fosse appunto dovuta alle incursioni notturne di un membro della comunità deceduto dopo avere contratto la malattia e tornato dalla morte affamato e letale.

In passato il vampirismo è stato spesso associato alle morti misteriose o avvenute per cause non identificabili, che colpirono i componenti di una stessa famiglia o appunto di un'intera comunità.

Anche la forma polmonare della peste bubbonica - che danneggiando i polmoni produce capienti fuoriuscite di sangue dalla bocca - era associata all'attacco di un vampiro.

Nel 1985 il biochimico Dolphin ipotizzò una connessione tra il vampirismo e la Porfiria una rara malattia del sangue. I malati di porfiria vengono trattati con trasfusioni di sangue e secondo lo scienziato i vampiri non sono altro che malati di porfiria che succhiano sangue a sufficienza per attenuare i sintomi della malattia.

Anche la rabbia a suo tempo fu accostata al vampirismo. A questo proposito il neurologo J. Gomez-Alonso dell'ospedale di Vigo in Spagna dichiarò dalle dalle pagine di una rivista di settore che la sensibilità alla luce e all'aglio nei presunti vampiri altro non è che la sintomatologia della rabbia, poiché la malattia produce un’ipersensibilità alla luce e agli odori forti. Inoltre, intaccando specifiche parti del cervello induce disturbi del sonno alterando i cicli di sonno-veglia, portando quindi il malato a dormire nelle ore diurne e a rimanere sveglio e vigile durante la notte.

In Germania, i vampiri sono Blutsauger, esseri con il corpo ricoperto di peli. Le vittime del vampiro peloso diventano a loro volta vampiri dopo aver mangiato la terra di sepoltura del Blutsauger che le ha aggredite.

Restando in terra germanica, incappiamo nei Nachzehrer, i “masticatori di sudari”, creature che si nutrono dei cadaveri delle tombe vicine e a volte, se particolarmente voraci, arrivano a divorare le loro stesse spoglie.
I Nachzehrer sono in grado di influenzare i vivi rubandogli l’energia vitale. Una volta assorbiti il nutrimento e l’energia necessari, il vampiro abbandona il cimitero e comincia la sua opera di distruzione nel mondo.

Come riconoscere un vampiro
Possiamo riconoscere un vampiro? Esistono segni distintivi che possono svelarci l’identità nascosta di un presunto Nosferatu?
Partiamo dal presupposto che un tempo tutti i segni particolari, come le voglie o i nei sulla pelle, il labbro leporino, i denti aguzzi, o una chioma rossa non erano visti di buon’occhio. Infatti, alcune “rigogliose e illuminate menti del passato” erano arrivate a pensare che chi li possedesse fosse “persona in combutta con il diavolo”, quindi una strega, un vampiro, un demone da mettere al bando o nei casi peggiori da arrestare, torturare e giustiziare.  

Secondo la credenza popolare i demoni non possiedono l’anima e per qualche strana ragione chi non possiede l’anima non si può specchiare. Quindi un vampiro essendo un demone non potrà avere riflessa la propria immagine negli specchi.

Anche i settimi nati di una famiglia, o coloro che nascono il giorno di Natale, sono additati come “figli delle tenebre”.

I bambini che nascono avvolti nella membrana amniotica sono considerati futuri vampiri, o al contrario cacciatori di vampiri.

Volendo esagerare, possiamo andare a controllare se il presunto succhia-sangue respira da entrambe le narici, poiché secondo il folklore bulgaro i vampiri possiedono una sola narice funzionante.

Infine, giacché i vampiri che dimorano nei cimiteri durante il giorno riposano in una tomba, per scovarli non dobbiamo fare altro che munirci di una giovane vergine e di un cavallo bianco – una cosa da niente!  La fanciulla, in sella al cavallo dal manto candido come la neve, passerà sopra ogni tomba, e se il cavallo si rifiuterà di passare su una di esse, vorrà dire che ci troviamo dinnanzi al nascondiglio di un vampiro.


Rimanendo in tema di cimiteri e sepolture, una pratica utilizzata in passato per impedire il ritorno dei “non-morti” era quella di seppellire i defunti a testa in giù e collocare degli oggetti dal valore simbolico nei pressi della tomba per acquietare i demoni in agguato, pronti a impossessarsi del morto. Nella tradizione greca, invece, veniva applicata una croce di cera insieme a una targhetta di porcellana con la scritta “Gesù Cristo vince” sulle spoglie dell’estinto per impedirne la trasformazione in vampiro.

In Romania, invece, si limitavano a inserire dell’aglio in bocca al morto e fino al XIX secolo come ulteriore precauzione estrema sparavano al cadavere prima di sotterrare la bara. In alcuni casi, quando il sospetto di trovarsi di fronte a un vampiro era molto forte, il morto veniva letteralmente fatto a pezzi e ogni parte del corpo bruciata. Mischiando la cenere dei resti con dell’acqua si otteneva un antidoto che veniva somministrato a tutta la famiglia del morto come repellente per vampiri, tipo “autan” ma per succhiatori di sangue leggermente più grandi delle zanzare.


A tal proposito, nel 2006 a Venezia alcuni studiosi hanno scoperto una tomba risalente al XVI secolo dentro cui stavano i resti mortali di una donna che presentava la macabra particolarità di avere un mattone conficcato profondamente nella bocca. Probabilmente un grossolano rituale anti-vampira!

I tedeschi erano più spicci nella lotta contro i vampiri, difatti erano soliti decapitare il morto e seppellire il corpo da una parte e la testa dall'altra, e tanti saluti al caro vampiro!

Come uccidere un vampiro
Nella malaugurata ipotesi che dovessimo trovarci faccia a faccia con un famelico succhia-sangue, esiste un modo per difenderci? Qui la tradizione popolare viene in nostro aiuto, tra gli oggetti più comuni in grado di respingere i vampiri ci sono l’aglio, la rosa selvatica e il biancospino. Anche i rosari, le croci e l’acqua benedetta sono utili per neutralizzare queste creature diaboliche. I semi di papavero e di miglio e la sabbia dispersi sul terreno attorno alla tomba del malintenzionato vampiro lo terrebbero impegnato per tutta la notte, visto che nell'intento di contarli tutti non potrebbe abbandonare il camposanto. In questo caso c’è da chiedersi come mai un assetato vampiro si perderebbe in inutili quisquilie invece di pensare a soddisfare la sua impellente sete di sangue!

Tuttavia il metodo più conosciuto per eliminare i vampiri rimane l’impalazione, ovvero, trafiggere con un paletto di legno il vampiro, spaccandogli il cuore. Negli stati Baltici e in Russia vengono usati paletti in legno di frassino, in Serbia di biancospino, e in Slesia di quercia.

Il Dampyr
Un discorso a parte merita il cacciatore di vampiri per eccellenza, il Dampyr, che giunge a noi dalla tradizione Serbo/Bosniaca.
Un Dampyr nasce dall'unione di una donna umana con un vampiro maschio e il suo sangue sembrerebbe essere un’arma letale per i vampiri comuni, ma anche per i Maestri della notte.


“Dampyr” è anche una famosa serie a fumetti pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore, ideata da Boselli e Colombo. Il protagonista della storia è Harlan Draka un dampyr che insieme agli amici Kurjak un ex soldato e a Tesla una vampira redenta dedica la vita alla caccia e alla distruzione dei Maestri della Notte. Assolutamente da leggere, per gli appassionati del genere!

Due casi ufficiali di vampirismo
Ora trattiamo due casi di vampirismo ufficialmente verbalizzati:

Il signor Peter Plogjowitz morì all'età di 62 anni, ma c’è chi giura che pochi giorni dopo la sua morte tornò dal mondo dei morti e giunto a casa chiese al figlio di dargli da mangiare. Il giovane sconvolto e inorridito dal ritorno del redivivo padre si rifiutò di sfamarlo e lo scacciò dal focolare. Dopo aver raccontato l’incredibile disavventura ai vicini di casa, il ragazzo fu trovato morto. Secondo fonti ufficiali il vampiro sarebbe poi ritornato la sera successiva attaccando gli sbigottiti dirimpettai che morirono in seguito a gravi perdite di sangue.


La giovane Merci Lena Brown morì in strane circostanze nel 1883 a Exeter Rhode Island, USA. Si dice che fosse affetta da una strana forma batterica o virale che non fu mai identificata dai medici di allora. 
Numerosi parenti della ragazza morirono subito dopo il decesso della giovane nelle stesse circostanze. In breve iniziò a diffondersi la voce secondo cui Merci fosse responsabile di quelle morti. 


I parenti superstiti chiesero alle autorità locali la riesumazione del corpo della donna, e rimasero sconvolti da quello che videro, a due mesi dalla sepoltura il corpo della ragazza era fresco e non presentava alcun segno di decomposizione. Il padre decise di estrarle il cuore e bruciarlo. Dopodiché le venne tagliata la testa come tradizione vuole. Da quel momento la quiete tornò a regnare sulla sfortunata famiglia Brown.


Il vampiro del Cimitero di Highgate
Negli anni settanta si diffuse la voce insistente – tanto da spingere i quotidiani locali a riportare la notizia – che il cimitero londinese di Highgate fosse infestato da un vampiro.

Tutto però sembra risalire al lontano 1862 quando nel cimitero venne sepolta Elizabeth Siddal moglie del pittore Dante Gabriel Rossetti. Sette anni dopo, la salma della donna venne riesumata e tanto fu lo stupore degli addetti ai lavori nel trovarsi di fronte un corpo perfettamente integro, con il volto ancora incorniciato dagli splendidi capelli rossi.

Da quel momento nacque la convinzione che nel cimitero vivesse un vampiro.

In realtà la faccenda perse quasi subito d’interesse, fino a quando nel 1971 una giovane donna fu aggredita nei pressi dell’ingresso ovest del cimitero. 

Ecco i fatti: la ragazza stava rientrando a casa a tarda notte, quando improvvisamente venne gettata a terra da uno sconosciuto, dal viso pallido e inespressivo come quello di un morto. Mentre i fari di un’automobile che passava di lì illuminarono la scena lo sconosciuto scomparve nel nulla. La polizia indagò sull'aggressione ma non riuscì mai a spiegare come l’aggressore avesse potuto nascondersi e fuggire, visto che mura alte cinque metri fiancheggiavano il viale da entrambi i lati.

Dai nostri tempi a un passato davvero sanguinario, due figure al limite dell’umano


Dalla storia con furore: Vlad III di Valacchia, noto come “l’impalatore”
Vlad III di Valacchia fu principe di Valacchia nel 1448, dal 1456 al 1462 e nel 1476. Figlio di Vlad II Dracul, conosciuto come Vlad Tepes “l’impalatore”. Fonte d’ispirazione per lo scrittore Bram Stoker per la creazione del suo personaggio più famoso: il conte Dracula, protagonista dell’omonimo romanzo. Negli anni della caduta di Costantinopoli, Vlad III di Valacchia combatté contro l’avanzata dell’impero ottomano nei Carpazi, scatenando l’ira del sultano Maometto II.  Entrato in conflitto con il Regno d’Ungheria, venne imprigionato nel 1462 dal sovrano ungherese e tornò al potere dopo un decennio come suo vassallo. Nel 1476 venne ucciso in circostanze misteriose.

Lo strumento di tortura preferito dal principe valacco fu l’impalamento. Apprese questa forma di supplizio dai turchi, adattandola ai suoi intenti malvagi e creando diversi metodi per impalare, per esempio:
I ricchi venivano appesi più in alto degli altri e l’asta per la tortura veniva ironicamente ricoperta d’argento; al fine di aumentare l’agonia dei mercanti faceva incidere tacche sull'asta.

Vlad III amava assistere all'agonia dei suppliziati tanto da banchettare in mezzo alle forche su cui erano impalati.

Nelle città di Sibiu fece impalare 10.000 persone e cosparse alcuni corpi con miele per attirare gli insetti.

A Brasov, nel 1459 durante il giorno di San Bartolomeo invitò a palazzo alcuni mercanti che avevano mostrato odio e disprezzo nei confronti della sua persona. Li saziò di cibo e poi fece sventrare il primo e obbligò il secondo a mangiare ciò che il collega senza vita aveva nello stomaco. L’ultimo sfortunato mercante venne fatto bollire e la sua carne data in pasto ai cani. 

Viene da chiedersi - conoscendo il caratterino del sadico principe valacco - perché gli sventurati mercanti accettarono l’invito di recarsi alla sua corte malefica.


La contessa sanguinaria: al secolo “Elizabeth Bathory”
Erzsebet Bathory, conosciuta come Elizabeth Bathory, soprannominata la contessa sanguinaria fu una spietata assassina seriale ungherese che tra il 1585 ed il 1610 si macchiò degli efferati omicidi di ben 300 donne.

La storia vuole che un giorno Elizabeth schiaffeggiò una donna con tanta violenza da farle sanguinare il naso. Delle gocce di sangue della malcapitata le colarono sulla mano e la Bathory nella sua follia si convinse che la pelle nel punto bagnato dal sangue fosse prodigiosamente ringiovanita. Chiese spiegazione agli alchimisti che per timore di contraddirla s’inventarono che il sangue di una giovane vergine possiede poteri ringiovanenti.

Quella piccola bugia decretò la condanna a morte di 300 fanciulle innocenti.

La Bathory pensò che le abluzioni nel sangue (anche berlo!) di ragazze vergini le avrebbe garantito l’eterna giovinezza. Cominciò a torturare e uccidere giovani contadine e in seguito fanciulle appartenenti all'aristocrazia.

Le vittime venivano denudate e incatenate a testa in giù, quindi seviziate, le gole recise e il sangue raccolto per essere usato dalla crudele contessa.

In seguito alla scomparsa di numerose giovani provenienti da famiglie importanti, venne ordinata un’indagine sulla nobildonna. Le guardie inviate dall'imperatore colsero Elizabeth nell'atto di torturare alcune ragazze e in diverse stanze del castello trovarono cadaveri straziati e donne ancora vive ma con parti del corpo amputate.

La Bathory fu incriminata e murata viva nella sua stanza con un foro per ricevere il cibo. Quattro anni più tardi morì suicida per essersi lasciata morire di fame nella sua cella.

Una sorte peggiore toccò ai suoi diabolici complici, l’amante Laszlo che venne decapitato e gettato nel fuoco e la fedele domestica Ilona Joo a cui vennero amputate le dita e poi bruciata viva.

Dopo questa incursione in un passato dalle cupe atmosfere, contaminato dalla presenza di personaggi tanto feroci, viene da tirare un sospiro di sollievo al pensiero di trovarsi al cospetto della figura “rassicurante” del classico vampiro, come l’aristocratico e misterioso Lord Ruthven di J.W. Polidori - precursore dei vampiri moderni.


mercoledì 26 febbraio 2014

Incubi che Uccidono - "Dal Profondo della Notte..."

Spiriti maligni che sottraggono l’essenza vitale a chi dorme, incubi che uccidono, insonnia e fatal familial insomnia, uno sguardo di confine tra finzione e realtà.


DAL PROFONDO DELLA NOTTE…

Sul finire degli anni ’70 negli USA si verificò un caso fuori dall'ordinario: un adolescente iniziò a soffrire di incubi terrificanti, che lo sconvolsero al punto da fargli decidere di non dormire più.  Il giovane non dormiva da svariate notti quando esausto crollò sotto gli occhi dei genitori preoccupati. Senza rendersene conto scivolò in un sonno profondo. Il padre lo prese in braccio e stando attento a non svegliarlo lo adagiò nel letto. Per non disturbarlo, entrambi i genitori si ritirarono in un'altra stanza. Poco dopo, le urla raccapriccianti del ragazzo li fecero accorrere allarmati nella sua camera. Lo trovarono sul pavimento che si divincolava in preda al terrore. Morì davanti ai loro occhi senza che potessero fare nulla per salvarlo. 
Questo episodio ispirò il regista Wes Craven nella stesura del film “Nightmare - Dal profondo della notte”.


Il mito dei “disturbatori” notturni

Secondo la tradizione Gullah gli spiriti maligni Boo Hah durante la notte s’introducono furtivi nelle case, penetrando attraverso le crepe e le fessure delle porte, mentre i proprietari giacciono dormienti nei loro letti. Si siedono sulla schiena dei poveri malcapitati e gli tolgono il respiro fino a farli soffocare. Per tenere lontani questi diavoli basterebbe appendere una scopa di saggina all'entrata della propria abitazione e mettere una forchetta sotto il cuscino prima di dormire.

In origine Incubus era il nome del demone che giaceva sui dormienti per trasmettere sogni cattivi.  Il termine latino “incubus” si può scindere nel suffisso “in”, “sopra”, e “cubus”, che deriva dal verbo “cubare” e che significa “giacere”; quindi anche nel nome si richiama la figura del demone oppressore che siede sul petto della vittima prescelta mentre dorme. Anche nelle leggende popolari Incubus viene raffigurato come un nano con la gobba che s’intrufola nelle case e si siede sul torace degli addormentati, mozzando loro il respiro.  Secondo alcuni, invece, avrebbe l'aspetto di un essere munito d'artigli.

L'Incubus sottrae energia dalla vittima su cui giace per trarne nutrimento, e nella maggior parte dei casi la uccide. Una versione femminile di questo demone è chiamata Succubus. Come Lucifero, Incubus e Succubus sarebbero angeli caduti.

I babilonesi chiamavano questa creatura “Lilitu”, mentre nel medioevo era nota come “Lamia”. In Germania si narra di una vecchia e orribile donna di nome Mara che siede sul petto del dormiente provocandogli brutti sogni. In Sardegna i pastori credono nell'esistenza di creature notturne capaci di "disturbare" chi dorme provocando incubi terrificanti.

Dalla mitologia al cinema: quando l’uomo nero arriva attraverso i sogni

Il sonno apre una dimensione arcaica in cui tutto può accadere, poiché la barriera della logica cede, lasciando il posto all'irrazionale. E mentre dormiamo tutto può succedere.

La paura recondita che cova dentro di noi – addormentandoci (infatti si dice: dormire è un po’ come morire…) - di perdere il contatto con l’esterno e quindi non avere più il controllo sugli eventi che si dispiegano attorno a noi.

La paura di addormentarsi è il tema principale del film di Wes Craven  Nightmare - Dal profondo della notte – A Nightmare on Elm Street, primo capitolo di una lunga serie di film (diretti da registi diversi), che ha visto la nascita di Freddy Krueger, uno dei più famosi serial killer dell'horror.


Dal film…

Tina è vittima di incubi terribili in cui un uomo con la pelle del viso deturpata da profonde ustioni le dà la caccia per ucciderla.
La ragazza si confida con gli amici, e scopre che la sua migliore amica Nancy ha fatto lo stesso sogno. Il gruppo si riunisce a casa di Tina, poiché la madre della ragazza è dovuta partire.  
Durante la notte Tina sogna che l’essere che la perseguita negli incubi la aggredisce con degli artigli di metallo. L’incubo si trasforma in realtà e Tina muore dilaniata sotto i colpi inferti dal killer. Rod, il fidanzato della giovane che dormiva con lei e che ha assistito impotente alla sua morte, viene accusato dell’omicidio e arrestato.
Nancy, dopo un incubo a scuola, scopre che le ferite nei sogni sembrano essere reali al risveglio. La ragazza insiste per vedere Rod, che però viene trovato impiccato con le lenzuola della sua branda.
Nancy scopre che l'uomo dei suoi incubi è Freddy Krueger un maniaco che uccideva i bambini con il suo guanto artigliato. Bruciato vivo dai genitori dei bambini, ora sembra essere tornato in cerca di vendetta. Nel frattempo, Glen, il ragazzo di Nancy, viene anch’esso ucciso da Krueger - indimenticabile la scena del film: Glen, interpretato da un giovane ed esordiente Johnny Depp, viene risucchiato e letteralmente frullato dal suo stesso letto che lo risputa fuori sotto forma di una poltiglia sanguinolenta che imbratta le pareti e il soffitto della stanza.


Nancy, rimasta sola, decide di affrontare il mostro, e durante un incubo riesce a svegliarsi e portare Freddy fuori dal sogno.

L'aspetto e il nome di Freddy Krueger provengono da due ricordi spiacevoli legati all'infanzia di Wes Craven: il primo si basa sull'aspetto di un senzatetto che lo spaventò da piccolo, mentre il nome è ripreso da quello di un ragazzino prepotente che lo tormentava in continuazione a scuola. Il personaggio Freddy Krueger è vagamente ispirato all'assassino seriale statunitense Albert Fish, entrambi col cappello e spietati assassini di bambini.


Dalla fantasia cinematografica alla realtà: morire d’insonnia

Se nei film l’uomo nero miete vittime attraverso i sogni, nella realtà la morte arriva per mancanza di sonno.

Numerose sono le persone che lamentano la difficoltà di addormentarsi e in casi estremi questo disturbo può sfociare in una vera e propria patologia.

L'insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dalla difficoltà di dormire per un tempo adeguato durante la notte. Chi ne soffre non è in grado di dormire che per pochi minuti alla volta e tende a rigirarsi nel letto durante la notte.

Se l'insonnia perdura nel tempo può avere effetti davvero disastrosi per la salute. 

La fatal familial insomnia è una rara malattia di probabile origine genetico-familiare che uccide chi ne soffre. Inizialmente causa insonnia totale, ovvero l’impossibilità di dormire completamente, in seguito, con il proseguire dello stato alterato del ritmo sonno-veglia, induce ipertensione, tachicardia e disturbi comportamentali. Quando la malattia è in stadio avanzato, si presentano allucinazioni e paranoia. Nella fase terminale subentra la morte.

Eternamente sospesi tra il sonno e la veglia: un caso italiano

Una famiglia del Veneto è affetta dalla fatal familial insomnia. Dal 1800 a oggi sono cinquanta i membri della famiglia che sono deceduti per questo motivo. Eternamente sospesi tra il sonno e la veglia, senza mai riuscire a dormire. Vittime di una maledizione che li espone alle allucinazioni, alle vertigini, al delirio e infine alla morte.

E in Vietnam un uomo non dorme da 40 anni

Secondo la testimonianza dei suoi familiari e di alcuni medici, Ngoc un vietnamita di 72 anni non dormirebbe da 40 anni a seguito di una febbre che lo colpì nel 1973. Ngoc gode di ottima salute, ogni giorno trasporta sacchi di 50 kg attraverso i 4 km di strada che separano i campi dalla sua fattoria.
I dottori che l’hanno sottoposto a numerosi analisi mediche confermano il buono stato di salute dell’insonne.
Una persona normale privata della possibilità di addormentarsi profondamente dopo pochi giorni inizierà a manifestare segni di stress psico-fisico più o meno gravi, quindi sembra incredibile che quest’uomo che da 40 anni non dorme non abbia riportato alcun danno da questa veglia perpetua.

Dalla realtà alla finzione letteraria: “Insomnia” di Stephen King


“Insomnia” 1994 scritto da Stephen King

Ralph è un anziano signore che dopo aver perso la moglie per un cancro inizia a soffrire di insonnia. Durante una delle numerosi notti passate da sveglio, nota che nella casa della sua vicina, prossima alla morte, si stanno introducendo due omini calvi in uniforme da medico e muniti di strane forbici. Ben presto capisce di aver sviluppato dei misteriosi poteri, che gli consentono - tramite la visione di aloni colorati - di percepire lo stato d'animo e di salute delle persone, la cui vita diviene concretamente visibile a Ralph sotto la forma di un filo da palloncino.

Infine, non posso che terminare l’articolo accludendo due citazioni del grande Lovecraft, ognuna di esse a modo sua rappresenta perfettamente i temi che abbiamo affrontato: incubi che uccidono e morire per mancanza di sonno.

"Arrivato ai miei ultimi giorni, e spinto verso la follia dalle atroci banalità dell'esistenza che scavano come gocce d'acqua distillate dai torturatori sul corpo della vittima, cercai la salvezza nel meraviglioso rifugio del sonno. Nei sogni trovai un poco della bellezza che avevo invano cercato nella vita e m'immersi in antichi giardini e boschi incantati. Una volta che il vento era particolarmente dolce e profumato sentii il richiamo del sud e salpai languido, senza meta, sotto costellazioni ignote." da Ex Oblivion, 1921

"Che gli dei misericordiosi, se esistono, ci proteggano nelle ore in cui  il potere della volontà,  le droghe inventate dagli uomini possono tenerci lontani dall'abisso del sonno. La morte è compassionevole perché da essa non c'è ritorno, ma chi emerge, pallido e carico di ricordi, dai recessi della notte, non avrà più pace. Che imbecille sono stato a intraprendere con tanta incoscienza lo studio di misteri che l'uomo non dovrebbe affatto conoscere!" da Hypnos, 1922

martedì 4 febbraio 2014

Le Case Stregate - " Non aprite quella porta..."

Case infestate, apparizioni ultraterrene, eventi soprannaturali. Uno sguardo di confine tra finzione e realtà.


NON APRITE QUELLA PORTA…

Secondo alcune culture le anime dei defunti che non sono riuscite a passare oltre, a causa di una morte violenta, rimangono intrappolate all'interno degli edifici o nei luoghi cui la loro energia è fortemente legata.

Le case infestate
Una casa è considerata infestata se al suo interno vengono registrati fenomeni sovrannaturali: apparizioni spettrali, presenze diaboliche e poltergeist. L’attività di natura paranormale è di solito collegata a eventi tragici, come nel caso di un omicidio o di un suicidio, avvenuti in quel luogo.  

Le case infestate nel mondo


Whaley House - San Diego (California)
Proseguiamo con una panoramica delle più famose case infestate, parlando della più antica costruzione di San Diego, la Whaley House.  Negli anni sessanta il Dipartimento del Commercio la dichiarò “casa stregata”.
La leggenda vuole che la dimora sia infestata dallo spettro di un impiccato, dato che la casa si trova esattamente dove sorgeva la forca pubblica dove l’uomo fu impiccato.

Il suo luogo di morte è collocato tra il salotto e la sala della musica. I visitatori riferiscono di sentire una corrente fredda e un senso di costrizione sul collo quando attraversano l’arco che divide le due stanze.
Nel secolo scorso il posto è stato il palcoscenico di molteplici eventi tragici. Forse è per questo motivo che sono numerosi gli avvistamenti di fantasmi su questa proprietà. Incluso quello di una ragazza morta accidentalmente nei pressi dell’abitazione. Oltre alla presenza di questi due fantasmi, ci sono svariate testimonianze di profumi dalla provenienza misteriosa in alcune camere, grida di bambini inesistenti in altre stanze e diverse apparizioni di spettri che sono state osservate negli specchi della casa e alle finestre.


Winchester House – San José (California)
La Winchester House è una imponente dimora situata a San José in California, è stata la residenza di Sarah Pardee Winchester, vedova dell’industriale William W. Winchester.
Venne costruita nel 1884 e da allora ininterrottamente ampliata per 38 anni.
La donna devastata dalla perdita della figlia che morì prematuramente nel 1866 e da quella del marito che si spense a causa della tubercolosi nel 1881 si convinse che una maledizione gravasse sulla sua famiglia. Una medium, interpellata per l’occasione,  non fece che confermare le sue paure. La sensitiva disse a Sarah di abbandonare immediatamente l’abitazione a New Haven e trasferirsi a ovest per costruire una grande casa per lei e per tutti gli spiriti vittime dei fucili Winchester, predicendole che sarebbe vissuta finché avesse proseguito nei lavori di edificazione della casa. 
I lavori iniziati nel 1884 vennero eseguiti quotidianamente, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno per ben 38 anni, fino al 5 settembre 1922, giorno della morte di Sarah (avvenuta per cause naturali) all’età di 82 anni. 
La leggenda narra che la casa fosse posseduta dai fantasmi delle persone uccise dalle armi prodotte dalle industrie Winchester, e solo il continuo costruire avrebbe placato la loro ira contro i membri della famiglia, in questo caso l’unica superstite, Sarah. 
Questa ossessione portò la vedova Winchester ad ampliare spropositatamente l’edificio, costruendo anche elementi inutili, come un ascensore a pistoni orizzontale, scale che non portavano da nessuna parte e finestre che si aprivano sul nulla.
L’edificio è composto da 160 stanze, di cui: 40 camere da letto, 6 cucine, 13 stanze da bagno, 2 sale da ballo. Inoltre, dispone di 52 lucernai, 1.257 finestre, 10.000 vetrate, 47 caminetti, 17 camini, 40 scale per un totale di 467 gradini.

Un ulteriore curiosità riguarda il numero 13, infatti si trova in molti elementi della casa: vetrate composte da 13 pezzi colorati; candelabri con 13 bracci. E la campana della proprietà suona ogni venerdì 13 per 13 volte alle 13 in punto.

Ora, lasciamo la California e raggiungiamo la Louisiana, più precisamente la misteriosa New Orleans, città che si affaccia sulle rive del fiume Mississippi, famosa per la presenza di spettri e per la pratica delle arti magiche, in Rue Royale troveremo una vecchia casa di moda:

   
Lalaurie Mansion, Rue Royale - New Orleans Street (Lousiana)       Lalaurie Mansion è un edificio che sorge su tre piani. La storia narra che la proprietaria della casa di moda, una signora appartenente all’Alta Società della vecchia New Orleans, trattava i suoi schiavi in modo disumano.
La gente del posto evita di passare nelle ore notturne nei pressi dell’edificio, perché si racconta che allo scoccare della mezzanotte, gli spiriti senza pace degli schiavi torturati attraversino il velo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti e percorrano le stanze della casa di moda, trascinandosi dietro rumorose catene, in ricordo delle terribili punizioni patite in vita a causa della loro padrona.


Borley Rectory – città di Borley, Essex (Inghilterra)
Spostiamoci in Inghilterra e visitiamo la Borley Rectory. La canonica, alloggio per i sacerdoti della piccola città di Borley, è stata definita la dimora più stregata d’Inghilterra. Lo afferma il famoso investigatore Harry Price, che insieme a un folto gruppo di visitatori si è reso testimone oculare di numerose apparizioni spettrali: fantasmi di suore brutalmente assassinate, orme di spiriti e cavalieri privi di testa. 
La canonica è stata costruita nel 1863, sul sito di un antico monastero, già conosciuto ai tempi come luogo infestato dal fantasma di una suora murata viva, e morta di stenti in una delle cantine. La canonica da allora ha avuto numerosi avvistamenti della monaca, così come di molte attività di poltergeist.


Seaford – Long Island (New York)
Udite, udite… storia vuole questa sia la casa ispiratrice del film “Poltergeist – Demoniache presenze”.
Sono molte le testimonianze di persone che dopo aver visitato la casa affermano di aver visto oggetti di ogni tipo volare nell'aria e - come mossi da una mano invisibile - schiantarsi contro le pareti. Tra i testimoni più attendibili: un tenente di polizia, un sacerdote e un giornalista.
Alcuni studiosi ritengono che la causa di questo fenomeno sia la presenza di un ragazzo di nome Jimmy che abita vicino alla casa e che sembra essere dotato di poteri ESP, anche se la Duke University Parapsychologist ha scartato questa ipotesi, poichè gli oggetti continuerebbero a muoversi anche in assenza del giovane. Come nel caso di Amityville, si racconta che la casa sia stata costruita su di un vecchio cimitero. Gli eventi sovrannaturali sono cominciati nel lontano 1958, e proseguiti per ben 20 anni, all’inizio in maniera assidua, poi sempre più sporadica con il passare degli anni. Oggi, da circa 7 anni nella casa non succede più nulla.

E in Italia…



Anche l'Italia vanta una lunga tradizione nell'ambito delle case stregate. Infatti, sono numerosi i casi di luoghi infestati da entità ultraterrene.

Azzurrina: il fantasma del solstizio d’estate
Nata nel 1370, Azzurrina figlia di Uguccione di Montebello, feudatario di Montebello di Torriana (RN), sarebbe prematuramente scomparsa all’età di 5 anni il giorno del solstizio d’estate.
Azzurrina era una bambina albina e dal momento che la superstizione dell’epoca considerava l’albinismo un fenomeno di natura diabolica, il padre decise di far sorvegliare sempre la figlia da due guardie, Domenico e Ruggero, e di non farle mai lasciare il castello, per proteggerla dal pregiudizio della gente del luogo. La madre tentò di colorare i capelli di Azzurrina di nero, ma poiché li tingeva con pigmenti di natura vegetale estremamente volatili, questi diedero ai capelli della bambina dei riflessi azzurri come i suoi occhi: in questo modo ha avuto origine il soprannome di "Azzurrina". 
Il 21 giugno del 1375, mentre il padre era fuori in battaglia, Azzurrina, scortata da Domenico e Ruggero, giocava all'interno del castello con una palla di stracci, mentre fuori infuriava un temporale. Secondo il racconto delle guardie, la bambina a un certo punto inseguì la palla caduta dalle scale dentro la ghiacciaia sotterranea, nell'intento di recuperarla. Avendo sentito un urlo, le guardie accorsero nel locale entrando dall'unico ingresso, ma non trovarono traccia né della bambina né della palla. Il corpo di Azzurrina non è mai stato ritrovato. Al contrario, il fantasma della sfortunata bimba sarebbe tuttora presente nel castello di Montebello e in particolare torna a farsi sentire ogni cinque anni, il giorno del solstizio d’estate.


La Casa delle Anime
In provincia di Genova, nei dintorni di Voltri, troviamo la Casa delle Anime, una delle case maledette più famose d’Italia. La Casa delle Anime era una locanda gestita da una famiglia i cui membri - tutti affetti da gravi turbe mentali - si resero artefici di inenarrabili atrocità ai danni delle sfortunate e inconsapevoli vittime che si fermavano a pernottare alla locanda e finivano dritte nelle grinfie di quelle menti diaboliche. Dopo essere stati brutalmente assassinati, i corpi di quei poveretti venivano gettati in una grande fossa comune.
La dimora disabitata fino al dopoguerra è stata acquistata da una famiglia che più volte si è dichiarata testimone di apparizioni spettrali ed eventi di origine misteriosa.

La finestra di Villa Magnoni
Vicino a Ferrara, a Cona, troviamo Villa Magnoni, famosa per un episodio avvenuto sul finire degli anni ’80: un gruppo di giovani, s’introdusse all’interno della villa disabitata da tempo per passare la serata in maniera alternativa e sfidare la sorte affrontando fantasmi immaginari. Ma la realtà, a volte, supera di gran lunga l’immaginazione e furono amaramente accontentati. Udirono dei bambini cantare in coro nel giardino, ma usciti a controllare cosa stesse succedendo, lo trovarono deserto.  Si guardarono attorno smarriti, forse rimpiangendo la decisione ardita di introdursi in un posto dichiaratamente infestato e indecisi sul da farsi e in quel momento si spalancò una finestra della villa e una vecchia signora si affacciò iniziando a ricoprirli di insulti e intimandogli di andarsene. I quattro ragazzi in preda al terrore scapparono, e poco dopo ebbero un terribile incidente in cui persero la vita in tre. Dopo quel fatto, il comune fece murare tutte le finestre di Villa Magnoni, tranne quella che l’unico sopravvissuto all’incidente indicò come la finestra dove si era affacciato il fantasma dell’anziana.


Un caso eclatante: AMITYVILLE


Nel 1979 uscì nelle sale cinematografiche "Amityville Horror" un film di Stuart Rosenberg, ispirato a un fatto di cronaca nera: era la notte tra il 13 e il 14 novembre 1974 quando Ronald De Feo Junior imbracciò un fucile e sterminò la sua famiglia. Nella mattanza persero la vita: il padre Ronald senior, la madre Louis, le sorelle Dawn e Allison e i fratelli Mark e John. Ronald Jr. dichiarò di essere stato costretto a compiere la strage da un'antità malvagia che abitava la casa e che si era impossessata della sua mente. Le parole del giovane sembrarono un escamotage suggerito dall'avvocato difensore ai fini di ottenere l'infermità mentale. Per l'accusa il motivo che spinse De Feo a compiere l'efferato omicidio non fu di natura soprannaturale, bensì allo scopo di entrare in possesso della cospicua somma di denaro che avrebbe ereditato alla morte dei genitori. Il processo si concluse con una condanna a 150 anni di carcere.

Teatro della tragedia fu l'imponente casa colonica che si trova al n. 112 di Ocean Avenue ad Amityville, un quartiere periferico di Long Island nello stato di New York. 

Un anno dopo il brutale omicidio, la casa fu venduta ma i nuovi proprietari l'abbandonarono a causa degli strani fenomeni che si verificarono al suo interno. In seguito acquistarono la villa i coniugi George e Kathy Lutz che si trasferirono con i tre figli. Anche loro divennero presto testimoni increduli di eventi di natura ultraterrena: oggetti che si spostavano da soli, strane voci, musiche inspiegabili, porte e finestre che sbattevano senza causa. Starne forme furono viste vagare fuori dalle finestre e sopra le pareti e sul soffitto cominciò a formarsi uno strano liquido verde. I Lutz decisero di interpellare un prete. Ma questi fece appena in tempo a varcare la soglia della casa che dovette correre fuori. Giustificò lo strano comportamento dicendo che una voce minacciosa gli aveva intimato di lasciare la casa e di non farvi più ritorno.
Alcuni anni dopo, George e Kathy Lutz, in collaborazione con l'avvocato di Ronald Jr. De Feo, pubblicarono un libro in cui raccontarono che la casa di Amityville era infestata dai fantasmi perché costruita su di un vecchio cimitero indiano. Il libro divenne un best-seller e diede il via alla trilogia cinematografica. Amityville Horror non fu girato nella casa originale, ma in una somigliante, dove comunque avvennero dei fatti inspiegabili: oggetti che scomparivano misteriosamente, ombre avvistate ai piani superiori. Inoltre, il giorno che cominciarono le riprese Kathy Lutz morì improvvisamente, e al termine del film un cadavere fu rinvenuto nel lago vicino. 
La casa di Amityville è considerata a tutti gli effetti una delle più famose case infestate.

Dalla realtà alla finzione: le “Case Infestate” nel cinema

La lista di film ambientati in case stregate è davvero lunga, e quella che segue è solo un’esigua parte di essa:

La casa sulla scogliera – The Uninvited
La casa sulla scogliera – The uninvited è  un film del 1944 diretto da Lewis Allen e tratto dal libro “Uneasy Freehold” di Dorothy Macardle.

Due londinesi, il musicista Roderick Fitzgerald e sua sorella Pamela, si innamorano di Windward House, una villa abbandonata a picco sul mare, vista durante una vacanza in provincia. Decidono di comperarla e di trasferirsi a vivere lì. Scopriranno presto che presenze sovrannaturali la abitano, manifestandosi con lamenti durante la notte, riverberi luminosi, e misteriosi profumi floreali.

Gli invasati – The Haunting
Gli invasati – The Haunting è un film del 1963 diretto da Robert Wise.

Nei suoi 90 anni di esistenza, Hill House, la dimora dei Crain, si è costruita una fama sinistra. Qui hanno trovato morte violenta le due mogli del proprietario. Vi è invecchiata, senza mai lasciare la camera dei bambini, la figlia Abigail; ed è stata trovata impiccata, suicida, la sua dama di compagnia.  Si racconta che strani fenomeni accadano tra le mura dell'enorme casa. L’antropologo John Markway, specializzato nello studio del paranormale, elegge il luogo come sede per le sue ricerche. Lo accompagnano due sensitive Eleanor e Theodora, e lo scettico Luke, futuro erede della proprietà.
Ben presto, il quartetto diviene testimone di fenomeni di difficile spiegazione: sinistri tonfi cadenzati e vibrazioni delle pareti, rumori simili a passi, sibili, gorgoglii, correnti d'aria gelata.




La Casa - The Evil Dead
La casa - The Evil Dead 1981 il primo film della trilogia diretta e prodotta da Sam Raimi. Segue La Casa 2 - Evil Dead II: dead by dawn nel 1987 e L'Armata delle Tenebre - Army of Darkness nel 1992. 

Un gruppo di amici affitta per il weekend un cottage immerso nella natura incontaminata del Michigan. Durante un sopralluogo in cantina, i cinque ragazzi trovano uno strano libro e un registratore, appartenuti ad un archeologo che ha vissuto in quel luogo in precedenza. Le parole enunciate dal professore risvegliano antichi demoni e da quel momento la vacanza si trasforma in un incubo senza fine.

Il cottage in cui è ambientato il film era un’abitazione abbandonata che venne distrutta da un incendio poco dopo le riprese. Inoltre, non aveva nessuna botola, per cui le sequenze con l’ingresso del seminterrato furono girate nella casa di campagna del produttore Robert Tapert. Le scene nella cantina invece sono state realizzate dentro la cantina della casa di Raimi.

Il 12 aprile 2013 è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi La casa – Evil Dead, rifacimento diretto da Fede Alvarez.

Poltergeist - Presenze Demoniache
Poltergeist - Presenze Demoniache è un film del 1982 il primo della trilogia diretta da Tobe Hooper. Segue: Poltergeist II  -L'Altra dimensione nel 1986 e Poltergeist III  - Ci Risiamo nel 1988.

A Cuesta Verde in California vive la famiglia Freelings, composta da Steve e Diane e i tre figli, Dana, Robbie e la piccola Carol Anne.
La loro serenità viene turbata quando Carol Anne viene sorpresa a parlare allo schermo del televisore e poco dopo annuncia ai genitori: "Sono arrivati!".

Da quel momento strani fenomeni di origine sovrannaturale cominciano a manifestarsi nella loro casa. La famiglia non sembra particolarmente spaventata, finché, durante un temporale, Robbie non viene catturato da un albero del giardino i cui rami lo strappano a forza dal letto, quasi animati di vita propria. Mentre la famiglia cerca di salvare il ragazzino, Carol Anne, rimasta sola nella sua cameretta, viene risucchiata da una spirale luminosa apparsa dal nulla e scompare senza lasciare traccia.


I tredici spettri – Thir 13en Ghost

I tredici spettri diretto da Steve Beck nel 2001 è il remake del film “I tredici fantasmi” del 1960 di William Castle, a sua volta il remake di un altro film di Castle “La casa dei fantasmi”.

In seguito a un incendio che ha distrutto la casa e ucciso la moglie, Arthur Kriticos, i suoi due figli Kathy e Bobby e la baby-sitter Maggie versano in gravi condizioni economiche. Con un colpo di fortuna, Arthur eredita la villa di suo zio Cyrus. La casa è costituita da pareti di vetro mobili su cui sono scritte frasi in latino.  Malgrado la stranezza della casa, la famiglia è entusiasta, fino a quando Dennis Rafkin, un veggente nevrotico che in passato lavorava per Cyrus, rivela che lo zio di Arthur era un cacciatore di fantasmi, e che ha imprigionato 12 spettri all'interno della casa. Arthur non gli crede fino al momento in cui i suoi due bambini spariscono, in seguito,  l'avvocato Ben Moss che li ha accompagnati innesca il meccanismo che sigilla la casa e libera i fantasmi.

Rose Red
Rose Red è una miniserie televisiva in tre puntate del 2002, scritta da Stephen King.

Joyce Reardon, una ricercatrice dell'istituto di Studi Paranormali della Beaumont University di Seattle, parte per una spedizione verso Rose Red, antica dimora appartenuta a Ellen Rimbauer, e da tempo disabitata. Con Joyce ci sono alcuni dei più potenti sensitivi degli Stati Uniti e il discendente di Ellen, Steven Rimbauer, fidanzato della ricercatrice. Lo scopo della missione è quello di risvegliare lo spirito della casa, che dagli inizi del novecento è stata teatro di numerosi eventi tragici: sparizioni, omicidi, suicidi, fino alla scomparsa, dentro le mura di Rose Red, della padrona stessa, Ellen Rimbauer.


The Grudge
The Grudge è un film del 2004 diretto da Takashi Shimizu. E’ il remake statunitense del film Ju-On: Rancore del 2003, diretto dallo stesso Shimizu. Il film ha avuto due sequel: The Grudge 2 del 2006 e The Grudge 3 del 2009.

Il film comincia con il suicidio di Peter Kirk, un professore universitario straniero che vive in Giappone.
Due anni dopo, Yoko una giovane assistente sociale del posto si reca da una sua paziente: un'anziana donna con gravi problemi di salute che vive da sola dopo che il figlio e la nuora sono scomparsi in circostanze misteriose. Mentre la ragazza fa le pulizie sente strani rumori provenire dalla soffitta e sale a controllare. Una volta sopra, Yoko viene aggredita dallo spettro di un bambino.
Karen Davis è una occidentale che per uno scambio culturale sta studiando in Giappone. Anche lei fa l'assistente sociale; un giorno le viene affidata la sua prima paziente, la donna assistita in precedenza proprio da Yoko: dato che la prima ragazza non si è più presentata al lavoro e da un po' non si hanno più notizie di lei.
Karen, entrando nella casa della signora, nota lo stato di completo abbandono e sporcizia, come se nessuno se ne fosse occupato per giorni, poi trova l’anziana a terra in stato semi- catatonico e la soccorre. Dopo averla accudita e messa a riposare, comincia a pulire e ordinare in giro, quando anche lei sente dei rumori provenire dal piano di sopra…
  

L’evocazione – The Conjuring
L’evocazione – The Conjuring del 2013 è un film diretto da James Wan, ambientato nel New England.

Si basa sul racconto fatto da una coppia di ricercatori del paranormale Ed e Lorraine Warren che tentano di aiutare la famiglia Perron trasferitasi in una casa infestata dallo spirito della precedente proprietaria: Bathsheba Sherman una donna processata per l’omicidio di un neonato e ritenuta da tutti una strega.

E l’elenco delle pellicole a tema continua e affonda profonde radici nel passato: The Ghost House del lontano 1917 diretto da William Churchill De Mille; La casa dei fantasmi – House on Haunted Hill del 1958; Suspence – The Innocents del 1961 diretto da Jack Clayton, tratto dal romanzo “Il giro di vite” di Henry James; La casa che grondava sangue – The House That Dripped Blood 1970; Dopo la vita” del 1974 di John Hough tratto dal romanzo “Hell House” di Richard Matheson; Danza Macabra regia di Dan Curtis soggetto tratto dal racconto “Burn Ofterings” di Robert Marasco; Shining – The Shining del 1980, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King; Changeling –The changeling 1980; Entity del 1981; Haunting – Presenze del 1999; Session 9 del 2001 diretto da Brad Anderson ambientato in un manicomio abbandonato, The Others del 2001; Darkness del 2002; Paranormal Activity del 2007; The Skeptic del 2009 di Tennyson Bardwell.

Il leitmotiv sembra essere sempre lo stesso: una casa avvolta da un alone di morte, dove chi ha la sventurata idea di entrare sembra essere destinato a subire terribili conseguenze.