domenica 27 novembre 2022

Porta



Semi aperta o chiusa, è un motivo che, sin dall'antichità, ricorre spesso nell'arte funeraria occidentale. Simboleggia il passaggio tra il mondo terreno e il regno dei morti, un Aldilà dominato dalla luce divina o dalle tenebre della dannazione.

La porta semi aperta è quella che trasmette un messaggio più positivo, infatti, allude alla speranza di una nuova vita oltre quella soglia, dopo la morte.

domenica 20 novembre 2022

Il Ragno



Nell'immaginario collettivo, gli insetti rappresentano un agente esterno minaccioso, in grado di aggirare le nostre difese e invadere i nostri spazi.

Nel mondo onirico, sognare un insetto può indicare un pensiero latente che occupa lo sfondo della nostra mente, una fissazione che rimane nell’ombra, in attesa di emergere dal nostro subconscio. 

Non tutte le culture considerano gli insetti come simboli negativi.
 
Per esempio, per gli Antichi Egizi lo scarabeo stercorario era un simbolo solare di rinascita; per i greci, la farfalla simboleggia l’anima; secondo la credenza popolare, la coccinella è considerata un portafortuna.

Il Ragno 

Per i Nativi Americani il ragno rappresenta la Grande Madre custode delle conoscenze esoteriche.

Una leggenda Sioux narra che sette giovani uomini raggiunsero il cielo grazie alla tela di un ragno e diedero origine alla costellazione dell'Orsa Maggiore.  

In Arizona e New Mexico esistono numerosi miti sulla "Donna Ragno" considerata la creatrice dell'umanità.

In India richiama il ciclo delle rinascite, l'illusione del velo di Maya.

Al centro della tela rappresenta il sole, da cui si irradiano tutti i raggi. 

Il ragno è la Grande Madre che determina il destino attraverso la tessitura. 

Un richiamo al mito greco delle tre parche.
Cloto, la giovane, fila; Lachesi, la madre, svolge il filo nel fuso; Atropo, l'anziana, lo taglia.

Presso gli antichi Colombiani i ragni erano animali psicopompi che accompagnavano i morti nell'Aldilà su piroghe fatte con le loro tele.

Edera



L'edera è una delle piante più rappresentate nei cimiteri. 

È una pianta sempreverde molto resistente, per questo motivo nell'arte funeraria simboleggia l'amicizia, la lealtà e la fedeltà, oltre che l'immortalità e la vita eterna.

domenica 13 novembre 2022

Rosa



La rosa simboleggia la bellezza.

Nella cultura cristiana la rosa è associata ai martiri e alla Vergine. Secondo i padri della chiesa in origine la rosa del paradiso terrestre non aveva spine, ma queste sarebbero comparse sulla pianta per ricordare all’uomo la sua caduta e i suoi peccati. 

Nell'arte funeraria, di solito, una rosa si trova sulle tombe delle fanciulle morte in giovane età. 

Una rosa completamente aperta indica la morte in età matura.

Una rosa parzialmente aperta raffigura un ragazzo o una ragazza tra i tredici e i diciannove anni.

Un bocciolo di rosa simboleggia la morte prematura di un bambino sotto i dodici anni.

Una rosa spezzata, in generale, rappresenta  una vita stroncata.

domenica 6 novembre 2022

Obelisco



L'obelisco rappresenta il Dio del Sole Ra, e durante la breve riforma religiosa di Akhenaton si diceva fosse un raggio di sole pietrificato dell'aten, il disco solare. Inoltre, si pensava che il Dio soggiornasse all'interno della sua struttura.

L’obelisco (termine che deriva dal greco, ed è il diminutivo della parola οβελος, òbelós, che significa "chiodo") è un elemento architettonico che assume una forma slanciata, a tronco di piramide, sormontato da una punta di forma piramidale. 
Di solito gli obelischi erano ricavati da un unico blocco di pietra. 
Anche se la sua forma era già conosciuta ai tempi dell’impero assiro, è con la civiltà egizia che l'obelisco assume la massima rilevanza.

Gli architetti egizi, infatti, erano solito piazzare una coppia di obelischi all’ingresso dei più grandi templi. 

Quando i Romani conquistarono l’Egitto, rimasero colpiti da questi monumenti, tanto che ne fecero deportare numerosi. 

Nell'arte funeraria gli obelischi sono un simbolo di rinascita e di vita eterna.

martedì 1 novembre 2022

La Tavola dei Morti


Un tempo, la notte del 1 novembre, in tutte le case c'era l'usanza di apparecchiare la tavola dei morti.

Era convinzione comune, infatti, che in quel lasso di tempo i morti tornassero in vita, facendo visita alle case dei loro cari.

Pertanto, dopo aver consumato la cena, si era soliti lasciare la tavola imbandita con qualche piatto in onore dei defunti, solitamente del pane, un bicchiere di vino e ceci e fave.

Nella tavola, inoltre, non venivano mai lasciate le posate, specialmente quelle appuntite come i coltelli e le forchette, in quanto la superstizione popolare portava a credere che alcuni defunti potessero essere arrabbiati a causa di qualche lite familiare non risolta oppure per la nostalgia della loro vita passata e pertanto avrebbero potuto usarle per ferire qualcuno.

Secondo altre usanze, il cibo andrebbe posto sui davanzali delle finestre affinché i morti possano apprezzare questi doni culinari, anche solo attraverso l'olfatto.

Nelle giornate tra il 31 ottobre e il 2 novembre non è raro intravedere gli spiriti.

I luoghi di facile incontro con queste presenze, nel folclore popolare, sono i crocevia, in cui il defunto, confuso dalla pluridirezionalità che questi posti propongono, diviene aggressivo e può attaccare i passanti; in alternativa vi sono le fontane, che di notte diventano luoghi di stazionamento degli spiriti.

Infine, c'è il rischio, passando davanti a una chiesa, di assistere incautamente alla cosiddetta "messa dei morti", e di correre il pericolo del contagio di morte.

La Processione dei Morti



Nella notte tra l'1 e il 2 novembre allo scoccare della mezzanotte nelle strade dei paesi si svolge la Processione dei Morti; i sepolcri polverosi vengono abbandonati, le porte delle cripte si spalancano e i cimiteri si svuotano perché i defunti in rigoroso silenzio sfilano in un lugubre corteo.

Taluni spiriti lasciano la mortifera processione e tornano alle vecchie dimore terrene, dove i parenti prima di andare a dormire hanno lasciato la tavola apparecchiata, presagendo l'arrivo degli antenati al banchetto.

Lo sprovveduto che incautamente incappa nella processione dei morti, per scampare alla loro ira, dovrà farsi il segno della croce e sperare di riconoscere nel corteo un parente che lo conduca sul ciglio della strada, sopravento e a monte della processione, in modo da non sentire il fetore dei morti e non essere notato da questi.

I defunti, vestiti con lunghe tuniche bianche, squarciano l'oscurità della notte con la luce tremolante delle lunghe candele che stringono in mano.

L'arrivo della processione dei morti è preceduto dalla comparse di alcuni fenomeni naturali: il vento, una pioggia leggera e l'ululato dei cani.

Si dice che tre mesi prima di morire, l'anima sente che il suo tempo sulla Terra è terminato; nel breve tempo che vaga tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti, può partecipare con defunti alla processione dei morti.

𝐓𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐋𝐚 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐍𝐨𝐭𝐭𝐞, 𝐈𝐥 𝐂𝐮𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐌𝐨𝐫𝐭𝐢

𝐋𝐚 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐍𝐨𝐭𝐭𝐞, 𝐎𝐜𝐭𝐨𝐛𝐞𝐫 𝐀𝐯𝐚𝐥𝐨𝐧 𝐃𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐮 𝐀𝐦𝐚𝐳𝐨𝐧 𝐢𝐧 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐞-𝐛𝐨𝐨𝐤, 𝐜𝐚𝐫𝐭𝐚𝐜𝐞𝐨, 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐢𝐬 𝐜𝐨𝐧 𝐤𝐢𝐧𝐝𝐥𝐞𝐮𝐧𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐞𝐝